UNESCO: L’arte dei muretti a secco

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Era stata notizia di qualche mese fa la presentazione della candidatura dei muretti a secco della Puglia come Patrimonio dell’Umanità. La candidatura dei terrazzamenti che disegnano il panorama dalla Valle d’Itria, a Bari e le province di Brindisi e Taranto, era stata promossa dalla Puglia stessa, ma coinvolgeva molte altre regioni italiana tra cui la Liguria e il Trentino dove esiste addirittura una scuola dedicata.

È di qualche giorno fa la notizia diffusa dalle Nazioni Unite che, con un post su Twitter, ha affermato che questa tecnica antica è entrata ufficialmente a far parte dell’elenco dei beni UNESCO e si è congratulata con i Paesi che avevano presentato la candidatura: Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

L’arte del muretto a secco – spiegano nella motivazione – riguarda il know – how relativo alla realizzazione di costruzioni in pietra accatastandone una sull’altra senza l’utilizzo di altri materiali, tranne che a volte terreni asciutti”.

Il muretto a secco affonda radici nella storia millenaria dei primi insediamenti della nostra regione. Inizialmente edificati per segnare i limiti di proprietà dei terreni per lo più colmi di secolari uliveti, nel tempo i confini di pietra si diffusero su tutto il territorio, dando al paesaggio pugliese un aspetto peculiare nel panorama paesaggistico italiano.

Nel tempo sono stati utilizzati sia dai contadini che dai proprietari terrieri per delimitare i propri appezzamenti di terreno, ma alcuni di questi muri possiamo rinvenirli anche in prossimità della costa, utilissimi come barriere per i venti forti. Altri invece servivano come fortezza per proteggere gli animali domestici dalle incursioni dei lupi.

Uno patrimonio che oggi rischia di scomparire e che va assolutamente tutelato. A causa della meccanizzazione dell’agricoltura, i tipici confini di pietra diventano sempre meno essenziali e diffusi, a volte persino d’intralcio per le nuove esigenze di coltivazione. A ciò va aggiunta la progressiva estinzione degli operai specializzati nella costruzione dei muretti.

Tocca anche a noi tutelare questo enorme patrimonio paesaggistico nonché antropologico, di cui tutta la regione è ricchissima.

Inoltre vogliamo ricordare regione Puglia non è nuova alle candidature a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Il bellissimo e misterioso Castel del Monte ha ricevuto l’ambito riconoscimento nel 1996. Più recente, invece, l’inserimento dei trulli di Alberobello assieme al santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo.