Se si parla di ceramiche, non si può non riconoscere in Grottaglie la sua città natia, quella in cui dal XVIII secolo si è iniziato a scoprire che cosa volesse dire lavorare ed ottenere prodotti manifatturieri. Il Comune di Grottaglie, si trova a pochi chilometri da Taranto ed è anche molto vicino a Bari. custodisce nel sud del centro storico il fulcro dell’attività artigiana e di ceramiche. L’attività dei maestri ceramisti si lega anche alle particolare conformazione del territorio che la ospita e che la rende unica: il suolo argilloso su cui sorge la città è alla base della sua economia, della sua struttura e della sua origine.
Il quartiere delle ceramiche di Grottaglie e sui segreti
Esperti ceramisti hanno sviluppato in frantoi e luoghi ipogei una fiorente attività artigianale oggi riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo: i “Bianchi di Grottaglie”, un certo tipo di manifattura locale caratterizzata dall’esaltazione della forma pura attraverso l’utilizzo dello smalto bianco, affiancata alla più tipica e rustica produzione di oggetti di utilizzo comune, soprattutto nella cucina popolare, come terrine, vasellame e gli enormi capasoni, contenitori ad anfora per conservare vino e olio.
La cultura della ceramica è così sentita e sviluppata che lungo la gravina San Giorgio, nei secoli si è formato un intero quartiere di esperti ceramisti i quali, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei un tempo utilizzati anche come frantoi, hanno saputo sviluppare una fiorente attività oggi riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Si può così passeggiare tra oltre 50 botteghe e in ogni laboratorio è possibile osservare le diverse fasi di lavorazione, secondo la tradizione nata nel Medioevo.
Il pumo pugliese, elementi tipico dell’artigianato
Oltre a piatti, ciotole, coppe, recipienti, si producono i galletti tipici di Grottaglie, i “pumi” spesso esposti ai davanzali delle case salentine e considerati di buon auspicio (ma solo se dati o ricevuti in dono) e la “pupa baffuta”, personaggio nato da una leggenda: un vignaiolo, per sottrarre la giovane moglie alla brutale notte col neo marito si travestì da donna per presentarsi al feudatario al posto della ragazza. Dimenticò però di tagliarsi i baffi e fu subito scoperto. Il feudatario ne rise, ma per risparmiargli la vita pretese il vino prodotto dalle sue vigne in anfore che avessero le sue fattezze travestito. L’uomo, grazie all’aiuto degli artigiani del paese, glielo portò: nelle anfore a forma di pupa baffuta.
A pochi passi dal quartiere, nel Castello Episcopio, si può ammirare il Museo della Ceramica, il più importante sul tema in Puglia. In cinque sezioni, colleziona 517 pezzi, dalla ceramica tradizionale alle maioliche fino agli oggetti contemporanei. Il nostro laboratorio si focalizzerà sulla storia della città e sarà bellissimo perdersi nei vicoli arrampicati sulla collinetta o che scendono ripidi nella lama, dove si affacciano laboratori diversissimi tra loro, in cui i ceramisti lavorano imprimendo nella terra ognuno il proprio stile.
Ogni ragazzo sarà impegnato alla costruzione di un manufatto ceramico, con materiali del territorio e sotto la supervisione di un maestro ceramista. Ultimati i lavori, seguirà un periodi di essiccazione, cottura e colorazione del manufatto. Ciascuno dei partecipanti, quindi, potrà portare a casa un ricordo tangibile della visita a Grottaglie e nel suo affascinante quartiere delle ceramiche.